Luigi Belicchi

Biografia

Luigi Belicchi è nato a Seregno (MB) nel 1969. Dopo il diploma d’Arte Applicata conseguito all’Istituto Statale d’Arte di Monza nel 1989 e gli studi di Advertising Graphic Design presso la Nuova Accademia di Belle Arti di Milano (NABA) conclusisi nell’ottobre 1993, iniziò a lavorare in qualità di Art director, Graphic designer e illustratore in varie agenzie di pubblicità di Milano. Dal 2010 Graphic designer e illustratore freelance. Attorno al 1987 iniziò a cimentarsi con la pittura, attività che tutt’ora svolge con grande determinazione e passione. Ha partecipato a mostre collettive e personali. La prima mostra collettiva risale al 1993 mostra didattica realizzata dall’Istituto d’Arte “Fortunato Depero” nell’ambito del “Fondo Progetti” dell’Assessorato all’Istruzione della Provincia Autonoma di Trento, con il patrocinio del Comune di Rovereto. L’ultima personale risale al 2020, presso il Museo Vignoli a Seregno (MB) in cui ha presentato “Il segno dei segni”, venti opere sulla croce alla maniera dei grandi maestri della pittura del 900. Mostra collettiva, “La bellezza resta”, al Castello di Santo Stefano d’Aveto (GE) nel 2020 con l’opera polimaterica “Kit della Pace”. L’ultima collettiva, “FELLINI 100 + 1”, in occasione del centenario (+ 1 anno) dalla nascita di Fellini, Cà dei Bossi, Biassono (MB), giugno 2021. “Sempre alla ricerca di nuove immagini, spesso mi pongo al servizio figurativo, per narrare uomini e cose. Il tema del quadro è solo un pretesto che da solo non è per me determinante. Ciò che a me interessa, non è avere uno stile univoco e ripeterlo pedissequamente all’infinito, riproponendo sempre i medesimi archetipi. Ecco per me lo stile, quindi la tecnica, deve essere sempre a servizio dell’opera e non il contrario. Parto sempre da un’idea che poi rivesto con una tecnica piuttosto che con un’altra. La tecnica per me è determinante nella misura in cui riesce ad amplificare un concetto, un’idea. Quello che mi interessa veramente, influenzato forse dalla mia formazione professionale (Art director e Graphic designer), è mettere ciò̀ che ho imparato fino adesso (tecnica pittorica, disegno ecc.) al servizio della creatività. Due per me sono i capisaldi: la comunicazione, che deve arrivare in maniera veloce, diretta senza fraintendimenti, e la creatività. Il mio intento è quello di far emergere nei miei lavori, anche molto diversi fra loro, lo stupore prima di tutto a me stesso e possibilmente in coloro che incrociano il mio cammino. Per i miei lavori utilizzo normalmente, a seconda del soggetto, dell’idea o del supporto, la pittura ad acrilico su tavola o su tela, l’acquarello su carta cotone 100%, e tecniche miste (gesso, cartone, legno, minuteria metallica ecc.).”


Sui giardini della preesistenza (trittico)


Opera candidata nell'edizione 2021 del Premio Mestre di Pittura


In quest’opera il tema delle Radici è costruito rispondendo alla legittima domanda che ognuno di noi si pone: “Da dove veniamo?”, la cui risposta è qui rappresentata in chiave biblico cristiana. I due progenitori sono ritratti di spalle, come spettatori (ecco la novità) osservano e contemplano, con un velo di nostalgia, un più moderno “Giardino delle delizie” alla luce di come poi si è evoluto il nostro pianeta.


Luigi Belicchi, Sui giardini della preesistenza (trittico),
2020, acrilico e tempera su tavola, 70 x 140 (aperto), 70 x 70 (chiuso), pannelli laterali: 35 x 70

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